ANDREA GIOSTRA
Novelle brevi di Sicilia
Pan di Lettere 2023
Nota critica di Gabriella Maggio
Sebastiano Vassalli era solito ripetere che non si può raccontare la contemporaneità perché ne verrebbe fuori solo rumore di fondo, brusìo fastidioso. Le voci – diceva – arrivano solo dal passato. Il contrario pensa Andrea Giostra autore di Novelle brevi di Sicilia –PandiLettere Edizioni 2023, che racconta proprio quel brusio. L’opera è costituita da diciotto brevi novelle incisive ed ellittiche, alla maniera delle scorciatoie sabiane. Sono delle istantanee che fissano un gesto, una frase, una situazione accaduta solo una volta, sottratta dalla scrittura al perenne divenire. Fissano sulla pagina il sentimento sfuggente della vita attraverso un dettaglio. Le Novelle ricordano oltre alla citata opera di Umbero Saba “Scorciatoie e raccontini” i racconti di Raymond Carver, come ha già visto qualche attento lettore, e la corrente narrativa minimalista, di cui Carver è il maestro riconosciuto, che prescrive una scrittura fondata sulla sottrazione e sull’essenzialità, dove in apparenza non succede niente, ma solo in apparenza, e consegna al lettore il fatto nella sua immediatezza. È una forma di scrittura che richiede bravura perché, per scrivere bene bisogna conoscere bene le cose di cui si scrive, diceva Hemingway, a queste parole Carver aggiungeva la postilla che si deve scrivere solo di ciò che si conosce e per questo : bisogna essere bravi quando si trasformano le storie della propria vita in narrativa. E Andrea Giostra è un narratore in perfetta linea . Narra con pacatezza, non giudica, non dà suggerimenti o soluzioni, lancia implicitamente al lettore un invito a riflettere, a riconoscere e riconoscersi. De nobis fabula narratur. Nella varietà dei temi affrontati, il rapporto col territorio ed il mettersi in scena, sorprendendo il lettore, dà alle diciotto novelle un carattere unitario. Le “Novelle” rispecchiando situazioni che caratterizzano i siciliani e in particolare i palermitani, soprattutto evidenti in Gli auguri di mia nonna ottantenne, I dissuasori, Auguri da Palermo dove l’autore coglie l’intrinseca verve teatrale palermitana nell’incalzare delle battute sapide ed ironiche dell’ottuagenaria, nella deliziosa performance, in puro dialetto palermitano, offerta da operai e passanti sull’asfalto rovente di una via di Palermo; celebrando nell’augurio a un’amica le bellezze cittadine, i riti e le tradizioni del Festino. Non manca nel libro un riferimento alla politica isolana con i racconti Il sindaco e Il senatore, connotati dalla fantasiosa conclusione immaginata dall’autore. Completa il trittico L’onorevole, che, trafitto dalla freccia di Cupido, dimentica l’evento politico a cui deve partecipare :
“Lentamente girò lo sguardo dietro di sé e capì che quegli occhi neri e profondi gli avevano appena mosso un fendente violento che aveva aperto dentro il suo petto uno squarcio d’innamoramento che mai più si sarebbe rimarginato”.
L’amore e la sessualità hanno largo spazio nei racconti, declinati in varie forme come ricordo, desiderio, separazione durante la pandemia, piena realizzazione di sè mediata dall’arte come dice la pittrice Luisa :
“Questo dipinto ancora imperfetto, amore mio, possiede tutta la forza che mi dai nel lasciarti possedermi come Romolo con le Sabine…”( Il dipinto).
Le donne appaiono eleganti, sorridenti, impegnate nella società civile, come le socie di Zonta Ziz , ma anche consapevoli del potere seduttivo del loro corpo, come La bigliettaia : “Era quella la parte del suo corpo che la rendeva orgogliosa di sé più di ogni altra….era il suo culo che la faceva sentire una femmina irresistibile”; o volitive come Angela l’avvocato che di fronte all’indecisione dell’amante che non può :
“…lasciare subito Luisa perché dovevo sistemare con lei alcune cose. Mi ascoltò in silenzio. Non disse nulla…Poi mi salutò con un bacio sfiorandomi le labbra e se ne andò. Di contro gli uomini appaiono fragili, incerti come il protagonista dell’Innamorato scisso tra:
“Una parte che teme il fallimento all’altra parte che vuole il successo…Più sono i fallimenti, più la parte che teme il fallimento domina per la rinuncia. ..Non si può fare nulla se non sperare che il successo prevalga sull’insuccesso e la parte migliore di me prenda il sopravvento…”. Non diversamente da Alessandro: “Lo sapeva bene come ogni storia d’amore si sarebbe conclusa…”(L’amore secondo Alessandro).
In “Novelle brevi di Sicilia” Andrea Giostra compone il brulichio contemporaneo, che tanto preoccupava Vassalli, in un’opera corale e complessa in cui mescola autobiografia e quadro d’insieme, e a tratti un sottile velo d’ironia, spesso affidato all’uso mimetico della lingua siciliana. Nella narrazione la trama e lo sviluppo della vicenda sono estremamente rarefatte, non lasciano spazio a ornamenti retorici e linguistici. L’autore sceglie una lingua semplice strutturata sulla cadenza siciliana della frase nella quale s’intrecciano lessico italiano e siciliano. La scelta del titolo “ Novelle” mantiene l’impegno di ”incuriosire e dilettare” il lettore come recitano i manuali di stilistica. Spesso considerata a torto un genere letterario minore, la novella non stanca mai, dicono i critici, ma anche i lettori, perché ha un rapporto privilegiato con la realtà quotidiana. La novella ha una lunga ed illustre tradizione nella letteratura italiana dal Novellino del XIII sec., al Decameron, alla novellistica rinascimentale fino ad oggi, ricordando Novelle rusticane di Giovanni Verga, Le novelle della Pescara di Gabriele D’annunzio, Novelle per un anno di Luigi Pirandello, Novelle inedite di Ugo Betti, Novelle dal ducato in fiamme di Carlo Emilio Gadda. Oggi l’elenco delle opere s’accresce con Novelle brevi di Sicilia. Andrea Giostra racconta in un’intervista che la composizione di Novelle brevi di Sicilia ha avuto inizio per caso annotando fatti e pensieri sul suo Nokia. Il primo nucleo dell’opera, scritto intorno al 2008-10, divulgato sui social ottenne un lusinghiero successo che lo ha spinto a rivedere e completare l’opera durante l’isolamento imposto dal Covid-19. L’opera, pubblicata da sette editori diversi con le uniche varianti della copertina e della prefazione, gode da tempo del pieno successo di lettori e critica come testimoniano le numerose recensioni, presentazioni on line, le interviste all’autore. Scriveva U.Eco in “La poetica dell’opera aperta”: “Ogni fruizione è così una interpretazione e l’opera rivive in una prospettiva originale”. Ogni lettore diventa il “centro attivo di una rete di relazioni” con l’autore ed i personaggi dell’opera.