Di Voi che resta
L’arte digitale e la nostalgia del tempo perduto nelle opere di Santi Sparta’. C'è un filo conduttore, netto come la...
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Di Voi che resta
L’arte digitale e la nostalgia del tempo perduto nelle opere di Santi Sparta’. C'è un filo conduttore, netto come la ferita provocata da un bisturi, che attraversa trasversale queste immagini. Esse sembrano chiedere, anche se con la discrezione di un sogno che non ama essere violato, di venire osservate con pudore, come se lo sguardo sempre indiscreto dell'osservatore potesse turbare il silenzio che esse abitano, nel mondo quantistico da cui forse provengono. Il comune denominatore che ci viene trasmesso dalle opere di Santi Spartà, sia che si tratti di figure umane piuttosto che di ambienti e paesaggi, rimane un senso di profonda e irrimediabile solitudine; una solitudine che tuttavia nella maggior parte dei casi non viene passivamente subita come una condanna, ma assume i contorni di un volontario e consapevole isolamento, un estremo gesto di auto-determinazione, in un raccoglimento di liberatoria meditazione che rimane alieno dall'invadente universo di rumore nel quale siamo perennemente immersi. Ci sono soltanto tre soggetti che a mio parere vale la pena di ritrarre : le donne, la natura e la solitudine umana. Tutto il resto, parafrasando Rutherford, è ‘collezione di francobolli’. Così afferma l'autore, con un pizzico di autoironia verso l'altra parte di sé, quel...