“ La monaca” di Simonetta Agnello Hornby
Il romanzo “ La monaca” sullo sfondo storico degli eventi che vedono il tramonto del regno delle due Sicilie e i fermenti di un’Italia preunitaria, narra la storia di Agata, appartenente alla famiglia dei Padellani di Opiri, nobili decaduti che del rango aristocratico serbano ormai soltanto il blasone. Lo spazio e il tempo giocano nel testo un ruolo non secondario. Al tempo della storia che si snoda tra il 1839 e il1848 fa da sfondo lo spazio della città di Messina, vissuto dalla protagonista come emblematico di una condizione felice e spensierata e lo spazio della città di Napoli che si connota di negatività in quanto luogo di isolamento, di crisi esistenziale, di irrequietezza . l’asse narrativo ruota marcatamente intorno al personaggio di Agata, prototipo di una condizione femminile molto diffusa al sud nell’ Ottocento, privo di indipendenza economica e sociale, costretta a subire una scelta che non le è congeniale .
L’ incipit narrativo è ambientato a Messina a casa di don Peppino Padellani dove fervono i preparativi della festa dell’Assunzione, ultimo giorno sereno per la famiglia Padellani e per la tredicenne Agata che vive, riamata, un amore con Giacomo Lepre contrastato dalla ricca famiglia di lui per motivi economici. Di lì a poco una serie di eventi negativi si abbatteranno su Agata. La morte dl padre, maresciallo dell’esercito regio, spinge la madre a trasferirsi a Napoli nella speranza che il re le riconosca un sussidio ma, vanificatasi tale speranza, Agata è costretta da donna Gesuela ad entrare nel monastero di San Giorgio Stilita. La vita monastica viene accettata da Agata nella speranza di potere un giorno uscire e ritrovare il suo Giacomo ma patisce un’ulteriore delusione, nell’apprendere che Giacomo ha sposato una ricca ereditiera e che la madre, per venire incontro al suo desiderio di uscire dal chiostro, vorrebbe sposarla ad un ricco possidente .
Agata allora si oppone al progetto della madre e con un atto di ribellione, piuttosto che andare in sposa ad un uomo che non ama , sceglie di prendere i voti. Diviene così suor Maria Ninfa, una monaca senza vocazione ma con una fede e un amore verso Dio saldi. Nel convento Agata scopre il dramma di donne che si sono monacate o per costrizione o per delusioni amorose e che calpestano la regola con rancori, gelosie, amori proibiti. Lei però rimane estranea a tutto questo e trascorre la giornata tra preghiere, preparazione di dolci tipici, studio delle erbe medicinali. L’unico contatto con il mondo esterno sono i libri che le invia James Garson, il capitano della marina inglese, conosciuto sulla nave che da Messina l’ha condotta a Napoli. Le letture all’avanguardia però e la mancata vocazione la rendono irrequieta. Agata non riesce a non interessarsi al mondo esterno e a smettere di esserne attratta. Il suo desiderio di vita rimane vivo soprattutto in relazione alle sorti dei movimenti che aspirano all’unità d’Italia. Attraverso lo sguardo di Agata e con una grande modulazione linguistica che oscilla dalla lingua letteraria inframezzata da lessemi siciliani, al napoletano, all’uso di alcune espressioni in lingua inglese, l’autrice ci ha dipinto un affresco di un’epoca storica con grande attenzione alla condizione femminile rivelando una grande perizia narrativa nel descrivere usi e tradizioni della Sicilia, come la festa dell’Assunta e la pesca del pescespada o la vita della corte napoletana con le feste e i movimenti insurrezionali di cui si ha sentore anche tra gli ambienti nobiliari . Il personaggio di Agata, inoltre, emerge nel contesto dei fermenti preunitari, connotandosi come un’eroina moderna che travalica la tormentata Gertrude manzoniana o suor Maria di “Storia di una capinera “ verghiana le quali reagiscono alla monacazione forzata, l’una con il degrado morale cui la conduce l’amore illecito per Egidio, l’altra con l’ossessivo ricordo di Nino, suo amato, che la porta al limite della pazzia . L’eroina della Hornby trova infatti, nella sua condizione una possibilità di rinascita interiore ed una libertà che si esplicita nelle sue letture e nel modo in cui queste sono alimentate. Coraggiosa e testarda Agata è consapevole di essere libera pur all’interno del chiostro dando un esempio di autonomia, di autostima e di apertura con il mondo esterno tramite i testi letterari .
Un vento benefico e positivo circola nel romanzo, il vento della speranza in cui confluiscono le speranze del nascente Regno d’Italia e la speranza di Agata, resa sempre più forte dalla sua conquistata e ormai salda spiritualità che ha dato un senso alla sua vita. La storia corale d’Italia finisce così con l’intrecciarsi con la storia individuale della protagonista la cui travagliata non vocazione finisce con il trasformarsi in una formazione di vita e spirituale, dunque in un’esperienza positiva. Agata, silenziosamente, con pazienza, sfidando la società delle convenzioni, ha trovato la sua strada e il suo modo di essere. L’autrice ci ha regalato con “La monaca” un ulteriore personaggio femminile, delineato con fine tocco psicologico ed introspettivo .
Mariza Rusignuolo